par Donckier De Donceel, Lucie
Président du jury Pollet, Marie-Christine
Promoteur Danblon, Emmanuelle ;Piazza, Francesca
Co-Promoteur Di Piazza, Salvatore
Publication Non publié, 2024-06-26
Président du jury Pollet, Marie-Christine
Promoteur Danblon, Emmanuelle ;Piazza, Francesca
Co-Promoteur Di Piazza, Salvatore
Publication Non publié, 2024-06-26
Thèse de doctorat
Résumé : | Negli ultimi anni, il complottismo è diventato un fenomeno sempre più presente nella sfera pubblica. Per ogni avvenimento che segna l’attualità, scatta una teoria del complotto. Di conseguenza, affrontare questo tema è oggi una responsabilità collettiva, condivisa dai protagonisti della sfera civile e del mondo accademico. In questa prospettiva, la tesi di dottorato Complotti persuasivi? Un’indagine retorica si sviluppa in una duplice ottica: proporre un ritratto retorico, nel senso che chiarirò nel seguito, del complottismo e contribuire alla riflessione generale sulla forza persuasiva dei discorsi complottisti. Perciò, in questa ricerca, si mira a indagare l’effetto persuasivo prodotto dai discorsi complottisti attraverso l’analisi retorica di un corpus specifico. Tale corpus, oggetto dell’analisi, è costituito da un insieme di discorsi complottisti apparentati ai tre generi retorici: il genere giudiziario, il genere deliberativo e il genere epidittico. È importante chiarire che la tesi non propone una riflessione filosofico-normativa sull’argomentazione ma un’indagine di stampo retorico descrittivo sul funzionamento pratico del processo persuasivo attuato in vari discorsi complottisti. La scelta di presentare la metodologia e i concetti chiave della retorica antica (riletta alla luce di alcuni concetti della retorica contemporanea e dell’analisi del discorso), come strumenti euristici del processo persuasivo complottista, mostra come la retorica abbia al contempo un obiettivo teorico e pratico. A livello teorico si tratta di acquisire gli elementi essenziali della techne retorica, e attraverso questa, sviluppare uno sguardo riflessivo sulle pratiche argomentative attuate nei discorsi complottisti. A livello pratico l’obiettivo consiste nell’usare i concetti chiave della retorica come linee guide per l’analisi dei discorsi indagati. Con il riferimento alla techne retorica, l’obiettivo non è dunque di prescrivere ma di descrivere. La scommessa è che lo studio di questa tematica, nel quadro metodologico delineato, permetta di individuare alcuni aspetti del discorso complottista che altrimenti resterebbero vaghi. In effetti, pensiamo che una ricerca basata su un’analisi retorica dei discorsi complottisti ci dia la possibilità di affrontare diversi interrogativi come: cosa rende i discorsi complottisti persuasivi? Quali sono i meccanismi persuasivi presenti nei discorsi complottisti? Possiamo, a partire da questi procedimenti persuasivi, proporre una definizione univoca e stabile del complottismo? Ecc. Rispondervi ci porta a sviluppare la tesi di fondo seguente: i discorsi complottisti condividono molto con i meccanismi persuasivi abitualmente individuati nella retorica. A questa prima ipotesi va aggiunto un corollario che si collega al contesto attuale. La persuasione complottista sarebbe una delle manifestazioni della post-verità e della tensione contemporanea che si delinea tra fiducia, sfiducia e trasparenza. Di conseguenza, riteniamo che chiedersi che cosa renda i discorsi complottisti persuasivi abbia delle ricadute su altri temi di riflessione retorica come quello della sincerità e quello del rapporto con la verità e il verosimile. Di più, questo studio ci permetterebbe anche di confrontarci con preoccupazioni più generali su fenomeni contemporanei come la post-verità e la polarizzazione della società.Per esplorare tali proposte, la ricerca si organizza in due parti principali. Una prima parte generale di contestualizzazione e una seconda parte di analisi. La tesi si conclude poi con una breve riflessione sui possibili sviluppi teorici e pratici di questa ricerca. La prima parte della tesi ha lo scopo primario di contestualizzare il tema affrontato. Proponiamo, in primo luogo, di chiarire il nostro oggetto di ricerca, di interrogarci su cosa sia il complottismo, su chi siano i complottisti e su quali siano le diverse teorie del complotto in circolazione. In secondo luogo, proponiamo di contestualizzare temporalmente il nostro studio, ovvero di interrogarci sui legami esistenti tra complottismo e post-verità, mondo digitale e rapporto con l’informazione e la comunicazione, ma anche sull’intreccio contemporaneo fra il complottismo e le nozioni di fiducia, sfiducia e rivendicazione del diritto alla trasparenza. In terzo luogo, proponiamo di inserire il complottismo nell’attuale dibattito scientifico passando in rassegna la letteratura dedicata a questo tema. In tal modo, potremo collocare meglio l’approccio retorico nel contesto di tale dibattito. Per fare questo, abbiamo operato una selezione e ci siamo concentrati sulle discipline che presentano tratti e osservazioni comparabili con un approccio retorico al complottismo. In questa prospettiva, presentiamo brevemente la letteratura proposta in scienze politiche e storiche, in psicologia, in filosofia e in linguistica, precisando anche quali sono le conoscenze retoriche esistenti sul complottismo. Infine, chiariamo cosa intendiamo per retorica descrittiva, di impostazione aristotelica. Spieghiamo con maggiori dettagli la prospettiva adottata ed esponiamo i principali tratti caratteristici di questo approccio. Definiamo cosa intendiamo per techne retorica e come essa servirà da quadro teorico e metodologico per la nostra ricerca. In effetti, la techne ci permette di far emergere dall’analisi dei risultati omogenei pur mostrando le varianti dei diversi discorsi complottisti studiati. La seconda parte della tesi è dedicata all’analisi di un corpus di discorsi complottisti, emersi di fronte a un evento particolarmente violento: il periodo degli attacchi islamici in Europa, il periodo della pandemia di covid-19 e il periodo segnato dall’invasione dell’Ucraina da parte dalla Russia. Questi discorsi sono stati selezionati seguendo la tripartizione classica dei generi oratori (giudiziario, deliberativo ed epidittico) e analizzati utilizzando le tre prove retoriche (ovvero i mezzi di persuasione a disposizione dell’oratore: ethos, pathos e logos). L’utilizzo di questo apparato concettuale che ha radici nella Retorica di Aristotele, ci consente di proporre un quadro metodologico coerente ed applicabile a discorsi classificati tutti come complottisti ma che rispondono a obiettivi persuasivi distinti. Tramite questa metodologia, da una parte, compariamo le condizioni della persuasione in diversi contesti e, dall’altra parte, precisiamo le impressioni ottenute in ogni singolo caso, assicurandoci di non proporre ipotesi troppe restrittive. In questa prospettiva ogni discorso è analizzato separatamente, sebbene l’intreccio tra loro permetta di testare la solidità delle nostre ipotesi. Di conseguenza, l'analisi dei diversi discorsi presi in esame alimenta la riflessione sulle condizioni della persuasione complottista. A tale scopo, alla fine di ogni singola analisi, è proposto un resoconto, e, nella parte conclusiva della tesi, una riflessione di sintesi. In questa ultima parte delineiamo due possibili sviluppi della nostra ricerca: l’approfondimento di una riflessione teorica sulla fiducia e l’utilizzo di certi principi retorici in ambito educativo nella lotta al complottismo. |