par Chiarelli, Angelo
Référence L'Ellisse, 15, 2, page (49-70)
Publication Publié, 2020-01-01
Article révisé par les pairs
Résumé : L’esiguo numero di contributi critici sull’Amor di Marfisa di Danese Cataneo è dedicato in modo quasi esclusivo al rapporto con il Gierusalemme e la Liberata di Torquarto Tasso: la complessa questione della tradizione testuale del poema, inizialmente elaborato in un metro inusitato come la quarta rima e successivamente riadattato in ottave interessa solo tangenzialmente la critica. Le diverse redazioni dell’opera, tràdite da tre manoscritti chigiani oggi conservati presso la Biblioteca Apostolica Vaticana (Chig.,I.VI.238; Chig.,L.V.139 e Chig.,I.VI.239), testimoniano il faticoso labor limae a cui l’autore sottopose i propri scritti e inducono a riflettere sul valore fortemente provvisorio della princeps (Venezia, Francesco De Franceschi, 1562) considerata dallo stesso Cataneo, come si vedrà, uno specimen di un progetto ben più ambizioso, che, però, non approdò mai alle stampe. Queste pagine intendono ricostruire il lungo e tormentato percorso compositivo del poema e approntare, nel contempo, uno studio analitico dei problemi linguistici e filologici dei testimoni testuali che possa fungere da contributo preparatorio all’edizione critica dell’opera secondo il Chig.,I.VI.239, l’ultimo manoscritto in ordine di tempo a cui l’autore lavorò con l’intento da un lato di correggere gli errori evidenti della princeps e dall’altro di modificarne parzialmente l’impianto narratologico.