Thèse de doctorat
Résumé : In Italia, gli eccidi perpetrati a danno degli italiani dal 1943 fino al 1947 e il successivo esodo sono caduti nell'oblio dalla risoluzione della Questione di Trieste, nel 1954. Dopo la morte di Tito, molti "rimasti" (italiani non esiliati) hanno sentito la libertà psicologica di raccontare la loro storia personale. Per quanto riguarda gli esuli, dopo il crollo del Muro di Berlino nel 1989, hanno sentito l'esigenza di raccontare il loro punto di vista e le vicende che concernono le foibe e l'esodo. Entrambe le fazioni sono vittime della Storia: il loro scopo non consiste nell'attribuire la colpa a uno o all'altro, ma di trovare un legame positivo con il loro doloroso passato, riappropriarsi della propria vita e della propria identità.Il tema identitario infatti è fondamentale per questi autori, in quanto, in una regione di confine, l'identità è un caratterizzata da molte sfumature: essere italiani o slavi, oppure appartenere ad entrambe le culture in un clima caratterizzato da un prepotente nazionalismo diviene causa di dissidi interiori che difficilmente riescono a risolvere. Insomma, gli autori si collocano in un entre-lieu, in una zona grigia, in cui il senso di non appartenenza crea loro un disagio psicologico che cercano di superare o per lo meno di accettare attraverso la scrittura.Questo sentimento caratterizza anche gli autori del "controesodo": la scelta della Jugoslavia come patria elettiva, avvenuta per favorire alla costruzione di una nuova società, porta comunque a ripensamenti, dubbi e incertezze, soprattutto in determinati periodi storici.